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Erasmus la porta al conservatorio di Anversa e lei resta anche per il Master

Matilda De Angiolini, ha iniziato e consolidato i suoi studi in pianoforte presso il conservatorio di Piacenza. Lo scorso anno ha deciso di partecipare al Programma Erasmus, da settembre 2020 a giugno 2021. E’ stata ospitata dall’Antwerpen Koninklijk Conservatorium, ad Anversa, in Belgio e, al termine dell’esperienza di mobilità internazionale, ha deciso di fermarsi per completare lì master che l’avrebbe impegnata per il completamento dei studi accademici.
Matilda è una risorsa straordinaria che ci racconta la sua avventura.

Cara Matilda, cosa ti ha portato a scegliere l’Antwerpen Koninklijk Conservatorium?
Avevo scelto Anversa perché mi avevano parlato di un ottimo insegnante di pianoforte e io volevo assolutamente andare a studiare con lui. Per noi studenti AFAM – Alta Formazione Artistica e Musicale – la scelta della mèta è e deve essere subordinata alla scelta di un insegnante di riferimento. Le nostre lezioni di strumento sono sempre individuali, quindi creare un buon rapporto tra allievo e maestro è di fondamentale importanza. Per noi gli insegnanti sono dei guru, dei mentori, delle figure stimabili che vogliamo seguire ed imitare: in tal senso la ricerca del maestro predomina rispetto al luogo che lo ospita.

Nonostante questa riflessione, Anversa si è rivelata una scelta azzeccata: raccontaci perché
Quando misi per la prima volta piede dentro il conservatorio di Anversa lo scorso settembre mi sentii catapultata in un mondo completamente nuovo, ma che sempre avevo sognato.
Ero abituata al ristretto conservatorio di Piacenza, con un numero di aule discreto ma modesto, poche stanze dove poter suonare e studiare, pochissimi allievi internazionali e molti insegnanti ancora tipicamente ‘tradizionalisti’…ad Anversa invece il conservatorio é un paese: 72 aule studio, 5 sale da concerto, 2 bar, 2 biblioteche; il tutto inserito all’interno di un enorme polo di studi che comprende anche la scuola di danza, di teatro e di architettura. Tutte le arti insomma si fondono e collaborano in questo grande spazio condiviso in cui ogni anno vengono fatti centinaia di esibizioni, spettacoli, mostre e concerti. Un ambiente dalle ampie vedute, aperto, moderno ed estremamente internazionale in cui gli studenti di materie artistiche non sono considerati studenti di serie B e in cui la disciplina regna sovrana.
Gli studenti possono studiare ed esercitarsi allo strumento dalle 8 alle 23 ogni giorno e possono prenotare le aule studio nel weekend dalle 12 alle 18. Il conservatorio è quindi sempre pieno di ragazzi che studiano, provano e suonano e, nonostante sia aperto fino a tarda sera, le ore sembrano non bastare mai. Gli studenti sono seri, studiosi, intraprendenti e molto amichevoli. Ci si supporta a vicenda si suona insieme e si condividono le stesse emozioni e preoccupazioni. Il conservatorio è proprio un luogo da vivere a 360 gradi che offre tantissime opportunità non solo di studio ma anche di socialità.

A livello accademico invece quali differenze ti hanno colpito di più?
Le differenze con il sistema italiano sono molteplici. Nonostante le materie di base siano le stesse e i piani di studio siano quasi intercambiabili – cosa che facilita molto la compilazione del learning agreement – il metodo d’insegnamento e i criteri di valutazione sono molto diversi. Il livello di docenti e allievi è tendenzialmente più alto che in Italia mentre, secondo una logica di proporzioni inverse, i voti sono più molto bassi, ma questo importa relativamente perché per loro i voti non sono tutto, e soprattutto non sono il fine. Per noi studenti italiani questa é una cosa da imparare e da considerare. La conversione dei voti, da ventesimi in Belgio a trentesimi in Italia, risulta infatti sfavorevole e magari alla fine si rischia di dover rinunciare ad un voto di laurea eccelso o ad una lode…ma senza alcun dubbio, a livello sia umano che professionale, un anno di studio fuori vale molto di più di una lode in Italia. S’impara a mettersi in gioco, a scoprire se stessi, ad uscire dalla propria comfort zone, a confrontarsi con un mondo nuovo a volte spaventoso ma sempre stimolante, a vivere soli lontano da casa, a ripartire da zero, a non avere pregiudizi.

La partecipazione ad Erasmus ti ha consentito quindi nuove prospettive e nuove sfide!
Da studente di pianoforte e più in generale di conservatorio consiglio a qualunque studente AFAM di approfittare dell’esperienza all’estero che Erasmus offre, poiché il confronto con altre realtà forma tantissimo e apre molte porte inaspettate. Arrivata ad Anversa mi sono resa conto quanto i pianisti siano richiesti e quanto bisogna essere poliedrici e propensi a fare cose un po’ diverse dal proprio ‘programmino’ solistico. Nel giro di pochissimo tempo e più inesperta di quanto pensassi, mi sono ritrovata ad accompagnare il coro del conservatorio e alcuni cantanti e a suonare in tre diverse formazioni di musica da camera. L’entusiasmo che si respira ti stimola ad accettare qualsiasi nuova proposta e sfida. Ovviamente anche i tempi di apprendimento sono molto diversi e queste piccole esperienze mi hanno costretta ad imparare tantissima musica molto più velocemente di quanto non fossi abituata e questa è sicuramente stata una bella palestra.

Raccontaci la dimensione internazionale che hai trovato e come ti ha accolto!
Il conservatorio di Anversa è una scuola estremamente internazionale che ti fa sentire a casa e cittadino del mondo al tempo stesso. Nella classe di pianoforte del mio maestro, che è russo, non c’è nemmeno uno studente belga e gli allievi arrivano davvero da ovunque: Cina, Giappone, Spagna, Ucraina, Svizzera…il fatto di essere tutti stranieri lega moltissimo poiché si condividono le stesse emozioni, le stesse nuove esperienze, la lontananza da casa, le differenze di stili di vita e così ci si immedesima facilmente nell’altro e ci supporta a vicenda. Inoltre, la cosa bellissima che un ambiente internazionale offre è la fortuna di venire a contatto con culture diverse e scoprire tantissimi mondi al di fuori del tuo. Banalmente ci sono i ragazzi spagnoli che stanno in conservatorio fino a tardissimo la sera, perché tanto cenano non prima delle 22/23, i belgi invece spariscono intorno alle 18, i giapponesi sono sempre elegantissimi e molto riservati…
Ultimo ma non ultimo, conoscere altre culture, vivere fuori e scoprire il mondo fa crollare ogni barriera e insegna a non avere pregiudizi, a confrontarsi, a sentirsi tutti uguali, ma speciali nelle proprie diversità.

Proprio per l’elevato numero di allievi stranieri il conservatorio di Anversa propone corsi completamente in inglese incentivando l’ammissione e l’apprendimento di tutti. Nonostante la lingua ufficiale sia il fiammingo – difficilissimo!- io nel corso di un intero anno non ho imparato quasi nulla perché mi sono sempre ritrovata a parlare inglese, sia a scuola che in casa, che in giro. Il livello generale di inglese è molto alto, i ragazzini già parlano molto bene, quindi per me è stato facile fin dall’inizio comunicare e ambientarmi.
Io avevo imparato bene l’inglese durante un anno di scambio al liceo ma, come tutte le cose, non usandolo più così tanto l’avevo un po’ perso. Quindi poter di nuovo parlare inglese quotidianamente e riacquisire scioltezza e disinvoltura è stato molto bello e sicuramente molto utile. Il mondo della musica è un ambiente sempre internazionale in cui ci si può trovare a lavorare con musicisti e direttori che arrivano da tutto il mondo quindi sapere bene almeno l’inglese credo sia di fondamentale importanza.

Nel mio primo anno però una lingua nuova l’ho un po’ imparata…ma no, non è il fiammingo e nemmeno il francese, è lo spagnolo! Vivevo, e vivo tuttora, con alcuni ragazzi spagnoli sempre musicisti e a furia di sentirli parlare, per osmosi, ho imparato qualcosa anche io e ora mi piacerebbe portare avanti l’apprendimento di questa lingua così vicina alla nostra. In più, vivendo con spagnoli ho preso molte delle loro abitudini e imparato un sacco di ricette! Come dico sempre, il mio anno di Erasmus è stato come essere in Spagna ma con un’educazione e un clima decisamente nordici!

Tutti questi brividi ti hanno portato a compiere una scelta importante, restare!
Entusiasta dopo il mio primo anno fuori non potevo che rimanere! Quindi quest’anno ho deciso di fare di nuovo ammissione ad Anversa per continuare e concludere lì il mio master. Le ragioni di questa mia scelta sono state molteplici. Innanzitutto l’anno scorso con la pandemia molte attività sono state ridotte se non addirittura sospese e quindi mi sembrava di aver perso molte esperienze e opportunità, in più sentivo e sapevo di poter ancora imparare tantissimo da questo nuovo ambiente e dal mio meraviglioso maestro. Anversa aveva ancora molto da darmi e io molto da scoprire. Inoltre, mi accorgo sempre di più, soprattutto nel mondo musicale, quanto sia importante creare un networking di conoscenze il più ampio possibile e collaborare suonando con più persone possibili. Io ad esempio spero di portare avanti anche in futuro e fuori dal conservatorio alcuni gruppi di musica da camera che sono nati qui ad Anversa insieme a compagni internazionali.

Cosa ti ha insegnato l’esperienza internazionale?
Credo che senza l’esperienza all’estero mi sarei preclusa tante possibilità e conoscenze che ora ritengo parte fondamentale e integrante nel mio percorso di studio e di crescita. Vivere e studiare fuori allarga le proprie vedute e sicuramente anche le future possibilità di lavoro. Ancora non so cosa ne sarà di me nei prossimi anni, ma sicuramente mi piacerebbe poter fare altre esperienze di studio e lavoro all’estero e spero che questa esperienza Erasmus, ora prolungata un altro anno, mi apra le porte ad una doppia possibilità di lavoro, in Italia e all’ estero.

Io non rinnego mai le mie origini e sono fiera di essere italiana e fedele al mio paese, ma vederlo da fuori e confrontarlo con l’estero è interessante e formativo. Da un lato ci si rende conto di quanto abbiamo da imparare dagli altri e di quanto in certi settori possiamo e dobbiamo migliorare, e dall’altro invece ci si rende conto di quanto tutto il mondo sia paese e di come alcune cose, che dall’interno sembrano non andare, in realtà funzionino allo stesso modo, se non peggio, anche fuori. L’Italia è un paese ricco e noi giovani dobbiamo vedere e imparare tutto il possibile, per poi riportare a casa ciò che c’è di buono per migliorarci.

Un messaggio ai colleghi studenti affinché vincano resistenze comuni a partire?
Prima di partire per l’Erasmus io ero molto incerta e insicura. Sapevo che volevo cambiare aria e ambiente.

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Ma l’abitudine, il calore di casa e il fidanzato mi tenevano un po’ ancorati nella mia città. Un anno fuori mi sembrava tantissimo; temevo un po’ di perdere i miei contatti in Italia e non volevo pesare sulle spalle dei miei genitori troppo a lungo fuori casa. Ma dopo il lockdown la mia voglia di uscire dai confini italiani e la consapevolezza di aver bisogno di un cambiamento erano ancora più forti e grazie ad Erasmus e all’appoggio della mia famiglia mi è stato possibile partire.
Sono e sarò sempre grata a questo anno di Erasmus e se tornassi indietro vorrei solo averlo fatto prima! Quindi a chi è incerto dico: andate, non ve ne pentirete!
Il mio consiglio se avete paura dei problemi economici è quello di scegliere paesi e mete intelligenti. Anversa è una città ricca e abbastanza cara quindi per me la borsa di studio Erasmus copriva solo parte dell’affitto, ma in altri posti la borsa di studio potrebbe coprire l’intero affitto! Molti temono invece che i programmi di studio non combacino o che non vengano riconosciuti i crediti allo stesso modo o che i voti presi all’estero abbassino la media…come dicevo all’inizio: fregatevene! Parlate con le rispettive segreterie e compilate i piani di studio in modo intelligente, mandate mail, fate tutte le domande e le richieste possibili. Di solito il personale che si occupa di scambi è estremamente disponibile ed è lì per noi! Non fermatevi davanti a paure, piccoli dubbi o incertezze, troverete nuovi amici pronti ad aiutarvi e nuovi luoghi pronti a stupirvi.

Matilda è tornata da Anversa per partecipare alle celebrazioni #ErasmusDays2021 organizzate dal conservatorio di Piacenza. Insieme alla Prof. Garosi sono anche intervenute all’edizione speciale di “Un Caffé con Erasmus e dintorni”, la diretta facebook dell’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire, il giovedì alle 14.30, che lo scorso 14 ottobre ha festeggiato gli Erasmus Days con le storie e gli eventi live dei beneficiari.

Per l’occasione il Conservatorio ha condiviso un bellissimo video, disponibile sulla pagina facebook di Agenzia e qui:

Acune immagini che Matilda ha voluto condividere con noi

Alessia Ricci
Ufficio comunicazione
Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire