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Raccontare il viaggio come parte del processo di apprendimento. I report delle mobilità di SmartLab Europe

Nella società in continuo cambiamento, sempre più mobile, multiculturale e digitale i cittadini europei devono essere in possesso di conoscenze, abilità e competenze sempre migliori.

L’apprendimento per tutta la vita e l’educazione degli adulti rientrano a pieno titolo tra le politiche dell’Unione Europea che, attraverso soprattutto il Programma Erasmus+, favorisce le condizioni affinché l’apprendimento svolga un ruolo chiave nello sviluppo della cittadinanza e delle competenze.

Il Programma Erasmus+ sostiene l’apprendimento e incoraggia a trascorrere un periodo di vita all’estero per studiare e lavorare. La mobilità è considerata, infatti, un valore per i cittadini, per i territori e per le comunità e permette ai partecipanti di acquisire competenze tecniche e socio-relazionali, esercitare i diritti di cittadinanza europea e la partecipazione civica.

Ogni esperienza all’estero rappresenta un percorso virtuoso attraverso cui è possibile dare valore e consapevolezza ad ogni passo, ad ogni scelta, ad ogni pausa, ad ogni arrivo, ad ogni compagno di viaggio, ad ogni nuovo incontro, alle scoperte oppure alle conferme di conoscenze possedute.

Diverse componenti permettono la piena realizzazione di un progetto di mobilità: aspetti formali e procedurali che si intrecciano strettamente con i principi, i valori, le priorità, l’esperienza, le emozioni, la motivazione ad apprendere, l’avventura della conoscenza e della scoperta.

Il viaggio è pertanto una metafora davvero potente per dare risalto e valore alle suggestioni e alle emozioni che abitano la dimensione dell’avventura della conoscenza e del lifelong learning.

Quando si decide di effettuare una esperienza di formazione all’estero e si lascia la propria zona confort è consigliabile assumere lo spirito del viaggiatore, capace di allineare ”..una serie di attimi e gioca a prolungarne l’effetto… Poiché è in grado di accogliere persone ed eventi, è soggetto ad incontri”.[1]

Fortemente sconsigliabile indossare i panni del turista che “sfiora luoghi anche lontani con l’ambizione di catalogarli. Preda del demone del paragone con ciò che gli è familiare traduce tutto, cerca corrispondenze, riporta instancabile alla sua moneta[…]Ritorna a casa senza essere mai davvero partito”.[2]

Nell’ambito del previsto piano di documentazione e di comunicazione – per la cui redazione è estremamente utile consultare il documento ”Come comunicare il tuo progetto” – occorre dare adeguato spazio alla narrazione individuale del singolo partecipante e collettiva del team che partecipa all’esperienza formativa.

La narrazione come ricostruzione ed interpretazione del processo di crescita, di formazione e di sviluppo, nel suo farsi esperienza, privilegia la riflessione, il confronto, il dialogo e la negoziazione e contribuisce alla valorizzazione della ricerca di senso e di significato rispetto all’esperienza stessa.

Narrare i fatti è già un modo di riflettere su di essi, di interpretarli, di guardarli di nuovo, cogliendo nessi, concordanze e coincidenze: come ricorda Bruner, rappresenta un’occasione per attribuire valore e importanza alla narrazione come processo di apprendimento[3].

Lo spazio narrativo rappresenta anche il tempo della tregua[4] che permette di riannodare in un unico canovaccio “pezzi sparsi” di un fluire continuo e dinamico spazio-temporale e di riscoprire con sguardo nuovo “percorsi e paesaggi” esplorati a volte anche in modo fugace.

Esso è un modo, inoltre, per rileggere l’esperienza, per fare tesoro degli apprendimenti e degli stati d’animo, per riscoprire un’identità rinnovata personale, professionale e dell’organizzazione, per coltivare una pedagogia della memoria[5] e per dare un rinnovato slancio al cambiamento e alle prospettive future.

Le considerazioni sopra riportate sono state alla base della realizzazione dei nostri progetti di mobilità fin qui effettuati e per i quali sono stati elaborati quattro report di mobilità svolte a Rovigno, Barcellona, Parigi e Dublino nell’ambito dell’Erasmus KA1 da alcuni componenti dello staff dell’Associazione Culturale SmartLab Europe di Pescara, organizzazione accreditata dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ per il periodo 2021- 27. [Che cosa significa e come ottenere l’Accreditamento è spiegato su questo sito, ndr].

I report presentano una struttura agile che accoglie in modo semplice e immediato la raccolta di elementi dell’apprendimento formale, non formale e informale e sono strumento efficace per la disseminazione e la diffusione dell’esperienza.

di Annarita Bini
Presidente SmartLab Europe

Ambasciatrice Erasmus+ EDA per l’Abruzzo

I report si possono consultare sul sito dell’Associazione ai seguenti link:


[1] L. Ravera, Maledetta gioventù, Mondadori, Milano 1999

[2] Ibidem

[3] J. Bruner, La cultura dell’educazione. Nuovi orizzonti per la scuola, Feltrinelli, Milano 2001

[4] D. Demetrio, Raccontarsi, Raffaello Cortina Editore, Milano 1996, p.33

[5] Ibidem, p.112